martedì 17 maggio 2016

Il Triangolo delle Bermuda

 MISTERI DELLA TERRA IL TRIANGOLO DELLE BERMUDA
Nell' Atlantico Occidentale, al largo della costa sud orientale degli Stati Uniti, c' è una zona che forma quello che è stato definito un triangolo: esso si estende dalle Bermuda, a nord, fino alla Florida meridionale a ovest poi, passando fra le Bahama, va oltre Puerto Rico, a circa 40° di longitudine e risale di nuovo alle Bermuda. 
Nell' elenco mondiale dei misteri insoluti, quest' area occupa un posto conturbante e quasi incredibile.
Generalmente menzionato come il Triangolo delle Bermuda, è il luogo dove più di 100 aeroplani e navi sono letteralmente svaniti nel nulla, in maggioranza dopo il 1945, e dove più di 1.000 vite sono andate perdute negli ultimi decenni, senza che un solo corpo o almeno un pezzo di rottame degli aeroplani o delle navi scomparse fosse ritrovato.Cominciamo col ricordare che le Bermuda costituiscono un arcipelago dell' Atlantico (di fronte alla Carolina) composto da oltre 350 isole, di cui solo venti abitate, scoperto nel 1510 dal navigatore Juan Bermùdez, dal quale presero il nome. Pur essendo in gran parte lussureggianti, con acqua potabile, frutta e cacciagione in abbondanza, non vennero mai particolarmente apprezzate. Cedute nel 1684 dalla "Bermuda Company" a Londra, non godettero già a queio tempi di buona fama: si parlava di demoni che ne avrebbero fatto la loro dimora. Più tardi divennero luoghi ideali per le colture orticole e floreali, poi invidiabili mete turistiche, ma le loro acque cominciarono a destare apprensione nel secolo scorso.
Molti degli aeroplani in questione sono svaniti mentre si trovavano in contatto radio con la loro base o con il terminal a cui erano diretti fino al momento stesso della loro sparizione, mentre altri hanno trasmesso per radio i messaggi più straordinari, dicendo che gli strumenti di bordo avevano smesso di funzionare, che le bussole impazzivano, che il cielo era diventato giallo e nebbioso e che l' oceano non aveva un aspetto normale.
Un gruppo di cinque aeroplani, una squadriglia di Avengers TBM della Marina, partito dalla stazione aeronavale di Fort Lauderdale il 5 dicembre 1945, scomparve dopo che il Comandante la squadriglia, il capitano Stivers aveva trasmesso questo messaggio: "Non sappiamo più dov' è l' ovest...è tutto così strano...l 'oceano non è più come dovrebbe essere...voliamo su acqua bianca...".Il fenomeno dell' "acqua bianca" venne già notato anche da Colombo ed è stato osservato persino dagli astronauti. Un idrovolante da ricognizione "Martin Mariner", attrezzato per missioni di soccorso, viene inviato nella zona in cui dovrebbero trovarsi gli Avengers. A bordo ci sono tredici uomini, tuti esperti in missioni di salvataggio. Trascorsa circa un' ora anche l' aereo, che non ha nè incrociato gli Avengers, nè avvistato relitti, interrompe il contatto radio. Viene rapidamente organizzata una minuziosa ricerca, vi partecipano una portaerei e decine di mezzi navali. Un' ampia porzione dell' Atlantico viene setacciata per alcune settimane, ma dei sei velivoli non viene ripescato neppure un piccolo relitto.
Nella seconda metà degli anni '40 le sparizioni si infittiscono. Il 30 giugno 1948 è la volta di un quadrimotore Avro "Tudor" della British South american Airways, in volo tra le Azzorre e le Bermuda. il 28 dicembre dello stesso anno tocca ad un Douglas DC3 della statunitense Airborne Transport Inc. proveniente da Puerto Rico. Il bimotore scompare all' improvviso quando è già in vista di Miami. Pochi giorni dopo è ancora un "Tudor" della citata B.S.A.A. a far perdere le proprie tracce., nuovamente lungo la rotta Bermuda-Giamaica. Negli anni seguenti altri velivoli, grandi e piccoli, militari e civili si sono volatilizzati all' interno del "Triangolo Maledetto".
Fin dalla colonizzazione del' America il "triangolo" ha goduto di cattiva fama per l' insolitamente alto numero di naufragi, anche se la prima sparizione "ufficiale" riportata dagli annali risale al 1840. protagonista è il veliero francese "Rosalie": venne ritrovato, alla deriva, senza alcuna traccia dell' intero persoonale di bordo. Il carico trasportato risultò invece assolutamente integro. nel 1880 è la fregata britannica "Atlanta". con un equipaggio di ben 290 componenti, a volatilizzarsi. All' inizio del XX secolo altri episodi inspiegabili: il brigantini tesco "Freya", ritrovato intatto ma senza nessuno a bordo, e la nave statunitense "USS Cyclops", scomparsa senza lasciare traccia assieme alle 309 persone che trasportava.
Il "Triangolo Maledetto" ha mantenuto la sua nomea anche in tempi più recenti. Il 2 febbraio 1963 la nave "Marine Sulphur Queen" lascia il porto di Beaumont (Texas) diretta a Norfolk (Virginia). L' equipaggio è composto da 39 uomini. L' ultimo messaggio radio è del 3 febbraio, quando la nave si trova a sud della Florida. poi silenzio assoluto. Tre giorni dopo iniziano le ricerche, ovviamente senza esito. il 1° luglio dello stesso anno è la volta del peschereccio d'altura "Sno' Boy", battente bandiera USA. Lasciata Kingston (Giamaica), fa rotta in direzione di Northeast Cay, un isolotto lontano 80 miglia. Non se ne saprà più niente.
Qui di seguito un lunghissimo elenco di navi ed aerei scomparsi o ritrovati in condizioni misteriose; vi è indicata la rotta o l 'ultima posizione rilevata, ed il numero delle persone a bordo (se noto):

1840 - ROSALIE (nave) ritrovata abbandonata in rotta tra la Francia e Cuba.
1843 - U.S.S. GRANPUS (nave) scomparsa al largo di S. Augustin con 48 persone.
1854 - BELLA (goletta) ritrovata abbandonata nei pressi delle Indie occidentali.
1855 - JAMES B. CHESTER (nave) ritrovata abbandonata a sud ovest delle Azzorre.
1872 - MARY CELESTE (brigantino) ritrovata a Nord delle Azzorre senza equipaggio (10 persone).
1880 - H.M.S. Atalanta (nave scuola) scomparsa sulla rotta Bermuda- Inghilterra con 290 persone.
1902 - FREYA (brigantino) ritrovato abbandonato sulla rotta Cuba-Cile.
1908 - BALTIMORE (brigantino) scomparso ad est di Hampton Roads, Virginia con 9 persone.
1908 - GEORGE F. VREELAND (goletta) scomparsa ad est di Hampton Roads, Virginia, 7 persone.
1909 - GEORGE TAULANE (goletta) scomparsa ad est della costa della Georgia con 7 persone.
1909 - SPRAY (barca) scomparsa sulla rotta Miami-Indie occidentali con 1 persona a bordo.
1909 - MARTHA S. BEMENT (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 7 persone.
1909 - MAGGIE S. HART (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 8 persone.
1909 - AUBURN (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 9 persone.
1909 - ANNA R, BISHOP (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 7 persone.
1910 - U.S.S. NINA (piroscafo a vapore) scomparso a Sud di Savannah, Georgia.
1910 - CHARLES W. PARKER (batt. a vapore) scomparso a est della costa del Jersey ,17 persone.
1913 - GEORGE A. LAWRY (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 6 persone.
1914 - BENJAMINE F. POOLE (goletta) scomp. ad est di Wilmington, Carolina del Nord, 8 persone.
1914 - FITZ J. BABSON (goletta) scomparsa ad est di Jacksonville, Florida con 7 persone.
1915 - BERTHA L. BASKER (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-St. Martin.
1915 - SILVA (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Antille olandesi.
1915 - MAUDE B. KRUM (goletta) scomparsa ad est di St. Andrews, Florida, con 7 persone.
1916 - BROWN BROS. (brigantino) scomparso ad est di Savannah, Georgia con 12 persone.
1917 - TIMANDRA (nave-cargo) scomparsa ad est di Norfolk, Virginia con 19 persone.
1918 - U.S.S. CYCLOPS (nave-cargo) scomparsa sulla rotta Barbados-Norfolk con 309 persone.
1919 - BAYARD HOPKINS (goletta) scomparsa ad est di Norfolk, Virginia con 6 persone.
1920 - AMELIA ZEMAN (goletta) scomparsa ad est di Norfolk, virginia con 9 persone.
1920 - HEWITT (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - CARROL A. DEERING (nave) ritrovata abbandonata eccetto che per 2 gatti, a Capo Hatteras.
1921 - BAGDAD (goletta) scomparsa al largo di Key West, Florida, con 8 persone
1921 - MONTE S. MICHELE (piroscafo a vapore) scomparso sulla rotta New York-Europa.
1921 - ESPERANZA DE LARRINAGA (piroscafo a vapore) scomparso sulla rotta New York-Europa.
1921 - OTTAWA (nave cisterna) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - CABEDELLO (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - STEINSUND (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - FLORINO (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - SWARTSKOG (nave-cargo) scomparsa sulla rotta New York-Europa.
1921 - ALBYAN (brigantino) scomparso sulla rotta New York-Europa.
1921 - YUTE (piroscafo a vapore) scomparso sulla rotta New York-Europa.
1922 - SEDGWICK (goletta) scomparsa ad est di Charleston, Carolina del Sud con 6 persone.
1922 - RAIFUKU MARU (nave-cargo) scomparsa ad est delle Bahamas.
1925 - COTOPAXI (nave-cargo) scomparsa sulla rotta Charleston-L' Avana.
1926 - PORTA NOCA (nave passeggeri) scomparsa tra l' Isola dei Pini e Grand Cayman.
1926- SUDUFFCO (nave-cargo) scomparsa a sud di Port Newark con 29 persone.
1931 - STAVANGER (nave-cargo) scomparsa a sud di Cat Island, Bahamas, con 43 persone.
1931 - CURTIS ROBIN (aereo) scomparso al largo di Palm Beach, Florida con 2 persone.
1932 - JOHN & MARY (goletta) ritrovata abbandonata 50 miglia a sud delle Bermuda.
1935 - WRIGHT WHIRLWIND (aereo) scomparso sulla rotta L' Avana-Isola dei Pini con 3 persone.
1938 - ANGLO AUSTRALIAN (nave-cargo) scomparsa a sud ovest delle Azzorre con 39 persone.
1940 - GLORIA COLITE (goletta) ritrovata abbandonata 200 miglia a sud di Mobile, Alabama.
1941 - PROTEUS (nave-cargo gemello della Cyclops) scomp. sulla rotta St.Thomas-Norfolk, Virginia
1941 - NEREUS (nave-cargo gemello della Cyclops) scomp. sulla rotta St. Thomas-Norfolk, Virginia
1941 - MAHUKONA (nave-cargo) scomparsa 600 miglia ad est di Jacksonville, Florida.
1942 - PAULUS (nave passeggeri) scomparsa sulla rotta Indie occidentali-Halifax.
1943 - MARTIN MARINER (nave) scomparsa 150 miglia a sud di Norfolk, Virginia, con 19 persone.
1944 - RUBICON (nave-cargo) ritrovato abbandonata, eccetto che per un cane, al largo della Florida.
1945 - B-25 (aereo) scomparso sulla rotta tra le Bermuda e le Azzorre, con 9 persone.
1945 - PB-4YM (aereo) scomparso sulla rotta tra Miami e le Bahamas, con 15 persone.
1945 - Cinque TBM AVENGERS (aerei) scomparsi 225 miglia nordest di Fort Lauderdale, 14 persone.
1945 - MARTIN MARINER (idrovolante) scomp. 225 miglia nordest di Fort Lauderdale, 13 persone.
1945 - VALMORE (goletta) scomparsa al largo della Carolina del Nord con 4 persone.
1946 - CYTI BELLE (goletta) ritrovata abbandonata 300 miglia a sudest di Miami, Florida, 22 persone.
1947 - Superfortezza C-54 (aereo) scomparso 100 miglia dalle Bermuda.
1948 - STAR TIGER (aereo) scomparso a nord est delle Bermuda, con 31 persone.
1948 - SAM KEY (nave) scomparsa a nord ovest delle Azzorre, con 43 persone.
1948 - AL SNYDER (motoscafo) ritrovato abbandonato sulla rotta Sandy Key-Rabbit Key, 3 persone.
1948 - WILD GOOSE (natante a rimorchio) scomparso nei pressi di Tongue of the ocean, 4 persone.
1948 - DC-3 (aereo passeggeri) scomparso a 50 miglia da Miami, Florida, con 35 persone.
1949 - STAR ARIEL (aereo gemello dello Star Tiger) scomp. tra Bermuda e Giamaica, 20 persone.
1949 - DRIFTWOOD (peschereccio) scomparso tra Fort Lauderdale, Florida e Bimini, 5 persone.
1950 - GLOBEMASTER (aereo) scomparso nel lato settentrionale del Triangolo.
1950 - SANDRA (nave-cargo) scomparsa tra Puerto Cabello e Savannah, 15 persone.
1951 - SAO PAULO (incroc. a rimorchio, 20.000 tonn.) scomp. a sudovest delle Azzorre, 8 persone.
1952 - YORK TRANSPORT (aereo) scomparso a nord ovest delle Bermuda, 39 persone.
1952 - PBY della Marina (aereo) scomparso ad est della Giamaica, con 8 persone.
1954 - U.S. NAVY CONSTELLATION (aereo) scomparso a nord delle Bermuda, con 42 persone.
1954 - SOUTHERN DISTRICTS (nave-cisterna) scomparsa al largo della Carolina, con 23 persone.
1955 - HOME SWEET HOME (goletta) scomparsa sulla rotta Bermuda-Antigua con 7 persone.
1955 - CONNEMARA IV (yacht) scomparso 400 miglia a sud ovest della Bermuda.
1956 - B-25 (aereo) scomparso a sud est della Tongue of the Ocean con 3 persone.
1956 - BOUNTY (goletta) scomparsa sulla rotta tra Miami e Bimini, con 4 persone.
1956 - U.S. NAVY P5M (aereo) scomparso 300 miglia a sud delle Bermuda, con 10 persone.
1958 - REVONOC (yacht) scomparso sulla rotta tra Key West e Miami, Florida, con 5 persone.
1961 - CALLISTA III (nave) scomparsa sulla rotta tra le Bahamas e la Carolina del Nord, 5 persone.
1962 - KB-50 (aereo militare) scomparso ad est di Langley Field, Virginia, con 8 persone.
1962 - WINDFALL (goletta) scomparsa al largo delle Bermuda.
1962 - EVANGELINE (goletta) scomparsa sulla rotta Miami-Bahamas.
1963 - MARINE SULPHUR QUEEN (nave-cargo) scomparsa nello stretto della Florida, 39 persone.
1963 - SNO' BOY (peschereccio) scomparso a sud est della Giamaica, con 40 persone.
1963 - Due KC-135 (jet militari) scomparsi 300 miglia a sud ovest delle Bermuda, con 11 persone.
1963 - C-132 CARGOMASTER (aereo) scomparso ad ovest delle Azzorre, con 10 persone.
1965 - C-119 (aereo-cargo militare) scomp. nei pressi della Air Force Base Grand Turk, 10 persone.
1965 - EL GATO (battello) scomparso sulla rotta tra Great Inagua e Grand Turk, con 1 persona.
1966 - SOUTHERN CITIES (rimorchiatore) scomparso sulla rotta tra Texas e Messico, 6 persone.
1966 - Piper CHEROKEE (aereo) scomparso sulla rotta tra Bimini e Miami, Florida, con 2 persone.
1967 - CHASE YC-122 (aereo) scomp. sulla rotta tra Palm Beach, Florida-Grand Bahama, 4 persone.
1967 - BEECHCRAFT BONANZA (aereo) scomparso al largo di Key Largo, con 4 persone.
1967 - Bimotore BEECHCRAFT (aereo) scomparso sulla rotta Giamaica-Nassau, con 2 persone.
1967 - WITCHCRAFT (motoscafo) scomparso ad 1 miglio da Miami, Florida, con 2 persone.
1968 - ELIZABETH (nave-cargo) scomparsa nei pressi di Windward Passage.
1968 - ITHACA ISLAND (nave-cargo) scomparsa sulla rotta Norfolk-inghilterra, con 29 persone.
1969 - CESSNA 172 (aereo) scomparso vicino a Grand Turk, Bahamas, con 2 persone.
1969 - TEIGNMAUTH ELECTRON (catamarano) scomparso 700 miglia ad ovest delle Azzorre.
1969 - SOUTHERN CROSS (yacht) scomparso al largo di Capo May.
1970 - MILTON IATRIDIS (nave-cargo) scomp. sulla rotta New Orleans-Africa occ., 30 persone.
1971 - CARIBE (nave-cargo) scomparsa sulla rotta Colombia-Rep- Dominicana, con 28 persone.
1971 - LUCKY EDUR (peschereccio) ritrovato abbandonato al largo del Jersey, 10 persone.
1973 - ANITA (nave-cargo) scomparsa ad est di Norfolk, Virginia, con 32 persone.
1973 - DEFIANCE (yacht) ritrovato abbandonato e perso nuovamente a nord di S. Domingo, 4 pers.
1973 - NAVION 16 (aereo) scomparso sulla rotta tra Freeport e West Palm Beach, Florida, 2 persone.
1973 - BEECHCRAFT BONANZA (aereo) scomp. sulla rotta tra Fort Lauderdale e Gret Abaco, 4 pers.
1973 - MARTIN MARINER PBM (aereo) scomp. 150 miglia a sud di Norfolk, Virginia, con 19 persone.
1974 - SABA BANK (yacht) scomparso sulla rotta Nassau- Miami, Florida , con 4 persone.
1974 - CHEROKEE SIX (aereo) scomp. sulla rotta West Palm Beach, Florida-Bahamas, 6 persone.
1974 - DUTCH TREAT (yacht) scomparso sulla rotta Cat Cay-Miami, Florida.
1975 - LOCKEED LODESTAR (aereo) scomp. sulla rotta Grand Cayman- Fort Lauderdale, 4 pers.
1975 - DAWN (battello) scomparso ad est di Florida Keys, con 3 persone.
1975 - MAGNUM (fuoribordo) ritr. abbandonato con mot. acceso 20 miglia est West End, Bahamas.
1975 - MERIDIAN (battello a vela) scomparso sulla rotta Bermuda-Norfolk, Virginia, con 5 persone.
1975 - Bimotore BEECHCRAFT (aereo) scomparso ad ovest di Great inagua, Bahamas, 3 persone.
1975 - BOUNDLESS (rimorchiatore) scomparso sulla rotta Miami, Florida-San Juan, con 5 persone.
1975 - SPEED ARTIST (natante) scomparso sulla rotta Barbados-Guadalupe, con 5 persone.
1975 - IMBROSS (nave-cisterna) scomparsa al largo della Florida in rotta verso il Canada, 22 pers.
1975 - DROSIA (nave-cargo) scomparsa al largo di Cape Hatteras.
1976 - HIGH FLIGHT (veliero) scomparso sulla rotta Miami, Florida-Bimini.
Le cause di tutte queste misteriose sparizioni sono ancora ignote, anche se sono state formulate molte teorie, più o meno azzardate: chi sostiene che in quella zona vi siano i resti di un' antica civiltà; una civiltà sommersa da circa 12000 anni. Atlantide. E che i resti di misteriosi apparecchi generanti campi elettromagnetici costruiti da questa leggendaria civiltà siano ancora attivi, disturbando gli strumenti di bordo di navi ed aerei che si trovino a passare in quella zona.
Questo però non spiega completamente le sparizioni. In parte potrebbero essere dovute ad incidenti provocati dagli strumenti di bordo "impazziti", ma sicuramente non tutti. Alcuni studiosi sovietici hanno formulato l' ipotesi che questi campi elettromagnetici modificano il campo magnetico del nostro pianeta ed in determinate condizioni possono provocare spostamenti di navi ed aerei in altri punti del "continuum" spazio-temporale. In parole semplici, le imbarcazioni ed i velivoli spariti sarebbero stati "inghiottiti" da un' altra dimensione, in cui continuerebbero ad esistere.
In verità, qualcosa è stato ritrovato al largo di Paradise Point, la punta occidentale dell' isola di Bimini. Il professor J. Manson Valentine, zoologo ed archeologo dell' Istituto Oceanografico della stessa Bimini, in collaborazione con altri studiosi e con sommozzatori scientificamente preparati (tra cui Jacques Mayol) ha rinvenuto a 6 metri di profondità rovine risalenti ad almeno 8-10.000 anni fa. Blocchi di pietra indubbiamente lavorati dall' uomo, che avrebbero potuto far parte di strade ed edifici e che non è apparentemente assurdo collegare con il leggendario "continente sommerso".
C'è poi chi propende per la teoria degli UFO, come quel personaggio dei servizi costieri degli Stati Uniti, che dichiarò al giornalista italiano Stelvio Tomei di credere all'esistenza di una base extraterrestre nelle profondità oceaniche, e che questi esseri venuti da altri pianeti vivano in un villaggio sottomarino, e facciano scomparire uomini e mezzi terrestri per le loro ricerche (Gazzetta del Popolo, Torino, 2 febbraio 1975).
Altre ipotesi, ma meno azzardate, sono che queste sparizioni, o ritrovamenti di navi senza persone a bordo siano opera di pirati, anche se a volte le navi ritrovate non erano state depredate del carico o degli oggetti di valore ed a bordo non vi erano tracce di colluttazioni o azioni violente. Anche fosse, questa ipotesi non è valida per gli aeroplani, poichè se tutte le sparizioni fossero imputabili ad incidente aereo, quella del triangolo sarebbe effettivamente una zona "maledetta"!
C'è invece chi sostiene che la causa di tutte queste sparizioni sia da ricercarsi nelle correnti marine che creerebbero vortici giganteschi che risucchierebbero in fondo al mare sia piccole imbarcazioni che grandi navi, e nei cicloni che sviluppatisi all' improvviso farebbero precipitare gli aeroplani.
Ma queste ipotesi sembrano raccogliere meno consensi.
Il mistero rimane.

mercoledì 11 maggio 2016

San Silviano

Durante la persecuzione degli Ariani fomentata dall’imperatore Valente e l’invasione dell’africa da parte dei vandali di Genserico  seguaci anch’essi di quell’eresia, Silviano, illustre in cartagine per integrità di vita, per profondo zelo religioso e per l’attaccamento alla fede ortodossa subì impavido incarcerazioni e tormenti.
 Dopo che, per divino volere, i persecutori ebbero tentato invano di suppliziarlo, lo misero sopra una nave “lacera et cariosa” insieme con il padre Eleuterio, la madre Silvia, la sorella Rufina ed il vescovo Castrense, sicuri che l’imbarcazione sarebbe in breve affondata.
 Ma protetta dal Signore, la nave approdò sulle coste della campania e gli scampati si recarono a Terracina.
 Qui non presero dimora entro le mura della città, ma si stabilirono ai piedi del monte di Ferocia (Leano), dove vissero in umiltà e preghiera. Ben presto la presenza di Silviano fu conosciuta in seguito ad una serie di miracoli da lui operati, e tutta la popolazione “viri cum mulieribus senes cum iunioribus” accorrono presso il Santo di cui baciano la vestigia.
 Era vescovo di Terracina in quel periodo un certo Giovanni e quando questo morì (443 ca.), il clero ed il popolo innalzarono al soglio episcopale Silviano che governò la Chiesa di Terracina soltanto per nove mesi.
 Alla sua morte fu eletto vescovo il padre Eleuterio che guidò i fedeli terracinesi per alcuni anni e morì in età molto avanzata.
 I corpi dei due santi furono seppelliti presso una chiesa dedicata al SS Salvatore, che successivamente assunse il titolo di San Silviano.
 In epoca imprecisata, ma che si può riferire al secolo X, il santo apparve più volte in sogno ad un giovane di Terracina di nome Giovanni, indicandogli il luogo della sua sepoltura ed invitandolo ad informare il vescovo.
 Poiché nonostante altre apparizioni Giovanni trascurò di eseguire l’incarico, Silviano apparve ad un cittadino di Gaeta, pure di nome Giovanni dandogli il medesimo incarico. 
 Dopo la morte di Costantino (340 ca.) ci fu un gran movimento di popoli barbari che, provenienti dall’oriente dell’Europa, cercavano di insediarsi disordinatamente nei territori occidentali.
 Si trattava della maggior parte di popolazioni germaniche divise in vari gruppi: Goti, Ostrogoti, Franchi, Alemanni, Burgundi, Longobardi e Vandali.
 Questi ultimi invasero la Gallia, dilagarono in Spagna e di qui passarono in Africa dove fondarono il regno dei Vandali il cui re e condottiero Genserico fu oltre che abile e valoroso, intollerante e crudele persecutore dei cattolici.
 Genserico creò in Africa settentrionale un grande stato con capitale Cartagine; successivamente passò in Italia e le sue orde approdarono in varie parti della costa, raggiungendo Roma che saccheggiarono e distruggendo tutto ciò che non potevano portare con loro.
 Le persecuzioni che i cattolici dovettero subire da parte di Genserico e dei suoi Vandali furono tremende, massacrarono e torturarono i cristiani il cui torto era quello di non appartenere alla religione ariana. La religione ariana era la dottrina dell’eretico Ario, condannata dai Concili di Nicea (325) e Costantinopoli (381) e professata dai popoli germanici.
 Ario negava la trinità di Dio e la divinità di Gesù Cristo.
 Sotto i successori di Gernserico (477-533) la potenza dei suoi Vandali decadde e il loro regno fu annientato da Bellisario nel 534. Questi si recò subito dal suo vescovo il quale immediatamente convocò il popolo. “Concurrunt illico ad rei famam omnis generis viri vicinarum urbium atque castrorum totius Caietae ducatus, commeatus et arma parantur, atque B. Silviani corpus auferre confidunt”. Ma il Santo, che voleva rimanere a Terracina, finalmente riesce a convincere il vescovo della città, il quale seguito da immensa moltitudine di popolo, si reca al luogo indicato, ritrova il corpo di Silviano con quelli di Silvia e di Rufina e, postili sopra un carro si affrettano a portarli a Terracina.
 Ma giunti in un luogo “qui hortus balnei dicitur” (ai quattro lampioni), s’incontrarono con la moltitudine armata dei Gaetani.
 Intorno alle sante reliquie sta per scoppiare un sanguinoso conflitto, quando per intervento divino, gli animi si placano, ed i Gaetani, essendosi convinti che il Santo vescovo aveva prescelto Terracina, dopo aver ottenuto dai Terracinesi un braccio di Silviano, lo portarono in patria dove anche oggi è venerato.
 La memoria e la venerazione di Terracina verso il San Silviano è tutt’ora sempre viva e profondamente radicata.
 Si ritiene che a farlo diventare protettore di campi in genere e di vigneti in particolare , sia stato il suo nome uguale o affine a quello di una divinità pagana campestre di nome Sylvanus.
 Il dio Sylvanus era la massima divinità terracinese, espressione della religiosità della realtà contadina della Valle.
 Era la divinità che doveva presiedere a tutti gli aspetti della vita contadina: la semina, il raccolto, la vendemmia.
Infatti un piccolo santuario a quel dio sorgeva sulle pendici sud-occidentali del monte sant’Angelo in località “la fossata” del quale si trovano ancora le sue rovine.
 Una tradizione quindi che dura da millenni e che vede trasformare il dio pagano Sylvanus in San Silviano a cui infatti è dedicata la chiesa nella Valle dei Santi.
 Comunque San Silviano è un Santo nel luogo fin dalla metà del secolo V quando venne citato nel Martirologio Geroliniano “…iuxta Terracinam in Campania natale Silvani Episcopi et confessorum…”
 Al IX secolo poi risale la prima citazione di una chiesa dedicata al Santo “…ecclesia beati Silviani in territorio terracinensi” (Codex Diplomaticus Caietanus).
 La venerazione per San Silviano da parte dei concittadini rimonta ad epoca remotissima, ed è stata grande sempre anche quella di tutta la popolazione.
 Nella cattedrale, sul prospetto anteriore dell’altare posto a sinistra di quello maggiore, vi è una lastra marmorea con su graffita la figura di San Silviano in mezzo a quella della madre Silvia e della sorella Rufina.
  Dal “Contatore”. Nel popolo di Terracina si ritiene comunemente che la lotta fra terracinesi e gaetani sia avvenuta per il possesso del corpo di San Cesareo.
 Avendo gli abitanti di Terracina afferrato un braccio e quelli di Gaeta l’altro, tira di qua e tira di là, il braccio tenuto dai terracinesi si sarebbe staccato e sarebbe rimasto loro, mentre i gaetani avrebbero portato via tutto il resto del corpo: la leggenda deve aver avuto origine dal fatto che fino a non molti anni fa nella festa del Santo si esponeva e si portava in processione, in luogo della statua che è moderna, solo un braccio d’argento del Patrono.
Il lavoro che deve risalire alla fine del secolo XVI, o al principio del successivo, è veramente interessante: bellissimi il volto e l’atteggiamento di Santa Rufina, delineata con tratti degni di un grande artista.
 Nel prospetto dell’altare di destra si trova altra analoga tavola, rappresentante un panorama stilizzato della città, benedetta dal Santo, con lo sfondo delle isole pontine.
 Una grande tempera monocromatica di Sebastiano Conca, il noto pittore di Gaeta, discepolo di Solimena, dipinta nell’absidiola della navata sinistra, rappresenta il Santo benedicente in atteggiamento maestoso
. Caratteristica è la processione che il 1° maggio al sorgere del sole, la statua del Santo partendo dalla Cattedrale viene portata alla chiesa campestre di San Silviano, posta a tre miglia dalla città, accompagnata da una folla di fedeli, agricoltori e viticoltori che lo invoca e lo festeggia.
 Ma la devozione per San Silviano ha varcato gli oceani; un gruppo di terracinesi emigrati anni fa in Uruguay e precisamente a Solis Grande (Montevideo), ha ivi formato la comunità di San Silviano elevandolo a protettore della cittadina e festeggiandolo come a Terracina ogni 1° maggio con processione e messa solenne, giochi attrazioni e gran ballo campestre.
 A San Silviano infine è stata anche dedicata una poesia dal nostro concittadino poeta e scrittore Gigi Nofi di cui si riporta un versetto:
Pe te Selviane mie, tanta gente, se batte an piette e prega angenucchiata, secure che chist’anne la gelata, se pure calerà nen farà gnente.
 Nota: il racconto della vita di San Silviano si basa, in gran parte su notizie tramandate per tradizione, e come afferma il De La Blanchére, nel riassumere il racconto fatto dal Contatore che esso è preso non si sa da dove, mentre lo storico terracinese riferisce esplicitamente di averlo tratto da alcuni manoscritti di un Gregorio vescovo di Terracina senza specificare se si tratti del Gregorio monaco cassinate, eletto vescovo da Pasquale II (sec. XI) o dell’altro vescovo Gregorio, vissuto nella prima metà del secolo XIII.
 L’Ughelli non conta ne Giovanni, ne Silviano, ne Eleuterio tra i vescovi sicuri; i martirologi dicono soltanto che sono vissuti in questa zona. L’attribuzione di Sylvanus o Sylvinus a Terracina ha per essa il Martirologio Romano che va sotto il nome di San Girolamo dove è detto che il 10 febbraio si celebra “ in Terracina natale San Siriani Episcopi et confessoris”.
 Resta assai incerta l’epoca in cui il Santo vescovo sarebbe vissuto, ma deve essere all’incirca quella delle invasioni barbariche.
 Più facile è congetturare come San Silviano sia diventato il patrono dei campi e delle vigne.
 Poiché nessun particolare della vita del Santo risulta legato alle attività agricole, è evidente che a farlo diventare protettore dei campi sia stato soltanto il suo nome, eguale od affine a quello della divinità campestre Sylvanus.

martedì 10 maggio 2016

San Cesareo

Nel giorno in cui la Chiesa commemora Tutti i Santi, ecco la vicenda di Cesareo, legata al romano colle Palatino.
 Quando la sede dell'Impero venne trasferita da Roma, il Palatino, prima abitato dall'imperatore e dalla sua famiglia, restò vacante.
 Col tempo il luogo divenne un importante centro religioso cristiano.
 Vi furono costruite almeno due chiese: una di esse anziché essere dedicata a un martire romano, fu intitolata a Cesareo, martire a Terracina, il quale godeva nei secoli del Basso Impero e del primo Medioevo di una certa celebrità.
 La scelta forse si deve al nome: Cesareo, infatti, deriva da Cesare, e Cesare era l'appellativo degli Imperatori romani.
 Il Palatino ospitava il palazzo dei Cesari, e nella tradizione pagana, i Cesari venivano deificati, diventando oggetto di pubblico culto.
 Ma il cristianesimo rivoluzionò tutto: Cesareo, non Cesare; santo cristiano, non imperatore divinizzato, ma testimone di Cristo; non uomo diventato idolo, ma martire per la sua fede.
 Quando la sede dell'Impero venne trasferita da Roma, il colle del Palatino restò vacante del suo ospite più importante: l'Imperatore e la sua famiglia.
 E vacue restarono le grandi costruzioni sorte sopra quel colle e che costituivano un'unica, immensa magnifica casa: il Palatium, cioè la residenza imperiale.
 Ciò non vuol dire, però, che il colle Palatino diventasse di punto in bianco quell'immenso campo di rovine che oggi conosciamo.
 Per diversi secoli restò il centro dell'amministrazione civile dell'Urbe, e divenne anche - per quanto la cosa possa suonarci strana -un centro religioso di una certa importanza nella vita della Roma cristiana.
 Vi furono costruite almeno due chiese: una esplorata dagli archeologi sessant'anni fa, risalirebbe al IV secolo, ad un'epoca cioè, nella quale gli Imperatori ancora risiedevano a Roma, ed erano convertiti al Cristianesimo.
 Questa chiesa di grande antichità, inserita nella stessa residenza degli Imperatori, non era dedicata a un Martire romano, come ci si aspetterebbe.
 Era dedicata a un Martire di Terracina, San Cesareo.
 Restò importante fino al VII secolo, quando ancora vi si svolgevano particolari cerimonie religioso-civili.
 Ma come mai la chiesa " palatina " di Roma era dedicata a un Martire di Terracina?
 La cosa si spiega con la celebrità di cui San Cesareo godeva nei secoli del Basso Impero e del primo Medioevo; una celebrità confermata dal fatto che vennero dedicate a questo Santo a Roma, anche altre chiese, santuari e monasteri.
 Una chiesa, esiste ancora: quella di San Cesareo in Turri, presso le Terme di Caracalla.
 Ma c'è un'altra ragione più sottile, che giustifica la scelta di San Cesareo quale titolare della chiesa palatina.
 E la ragione è nel nome stesso del Martire.
 Cesareo, infatti, è nome derivato da quello di Cesare, e Cesare, come si sa. era l'appellativo degli Imperatori romani.
 Il Palatino ospitava il palazzo dei Cesari, e nella tradizione pagana, i Cesari, cioè gli Imperatori. venivano deificati, diventando oggetto di pubblico culto.
 La prima e la più tenace polemica dei cristiani, a Roma e nell'Impero, fu quella contro la deificazione degli Imperatori, espressione tipica del Paganesimo di Stato.
 Migliaia di Martiri pagarono con il loro sangue il rifiuto di sacrificare davanti all'immagine dei Cesari, con gesto di adorazione dovuto soltanto a Dio.
 Ecco perché, per soppiantare il culto pagano dei Cesari, venne scelto proprio un Santo di nome Cesareo, al quale fu dedicata la chiesa sorta nello stesso palazzo imperiale.
 Cesareo, non Cesare, Santo cristiano. non Imperatore divinizzato; testimone di Cristo e partecipe dei suoi meriti, non uomo diventato idolo grazie a una carica civile, seppure altissima.
 Il suo corpo è conservato in un sarcofago di vetro nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, a Vasto (CH).

 CESAREO

 Non ci sono dubbi sull’esistenza di questo martire, che morì certamente a Terracina durante il periodo delle persecuzioni e il cui culto era molto diffuso e fiorente nell’antichità: fu venerato a Roma fin dal V secolo proprio nel luogo più importante della città, il Palatino, e gli furono dedicati monasteri e chiese, tra cui una basilica eretta sul suo sepolcro lungo la via Appia; ma di lui niente si conosce di sicuro, poiché la sua passione, risalente al V secolo, appartiene al genere delle leggende epiche e non ha valore storico.
 Secondo la passione, dunque, Cesario era un diacono africano, arrivato a Terracina al tempo in cui l’imperatore Claudio intendeva difendere il culto degli dèi, attaccato dall’avanzare della fede in Cristo. Un prete pagano aveva convinto i suoi concittadini che per la salvezza della Repubblica bisognava che il 1/o gennaio di ogni anno un cavaliere con un cavallo sontuosamente bardato si precipitasse in mare dall’alto della rupe che sovrastava la città, in cima alla quale vi è tutt’oggi un antico tempio dedicato a Giove.
 Prima del crudele rito, la promessa vittima era nutrita per vari mesi di cibi prelibati e saziata di volontà.
 Proprio nei giorni in cui arrivò Cesareo un giovane di nome Luciano si preparava a morire.
 Cesareo si indignò di quella uccisione di un innocente e protestò, ma inutilmente.
 Il 1/o gennaio gli abitanti di Terracina si riunirono nel tempio di Apollo e vi portarono Luciano.
 Cesareo li supplicò ancora di rinunciare al sacrificio umano; ma Luciano montò su un cavallo e si buttò in mare, dove morì.
 Cesareo esclamò: «Sventura alla repubblica e ai principi che si rallegrano delle sofferenze e si pascono di sangue!».
 Poi andò a protestare dal sacerdote pagano Firmino, che per tutta risposta lo fece arrestare.
 Condotto al tribunale del consolare Leonzio, il diacono rispose con fermezza alle accuse; gli fu intimato di sacrificare ad Apollo; ma mentre veniva condotto al tempio, questo crollò travolgendo Firmino.
 Il magistrato Lussurio allora convocò il popolo, per dirgli che Cesareo era un mago; ma egli si difese così bene che fu acclamato dalla folla. Lussurio lo fece rimettere in prigione e ve lo tenne dieci mesi.
 Passato questo periodo, Cesareo fu portato davanti a Leonzio, il quale, avendo visto una grande luce celeste che avvolgeva il suo corpo, si convertì.
 Leonzio ricevette la comunione da un prete, Giuliano, dopodiché morì.
 Lussurio fece arrestare Giuliano e lo fece chiudere insieme a Cesareo in un sacco, che fu gettato in mare.
 Era il 1/o novembre.
 Prima del supplizio, Cesareo predisse a Lussurio che il morso di un serpente lo avrebbe ucciso, e così avvenne.
 I corpi dei due martiri furono raccolti e sepolti dal monaco Eusebio, che poi rimase a pregare presso la loro tomba, dove accorsero molti che si convertirono e vennero battezzati dal presbitero Felice.
 Sia Eusebio che Felice furono a loro volta decapitati e gettati in un fiume.

Terracina


Un accenno di Storia di Terracina.

 Cittadina portuale del Lazio in provincia di Latina, situata nel golfo di Gaeta, all'estremità del canale scavato  nel XVIII secolo da Papa Pio VI per riprendere la bonifica della pianura pontina.

Fondata dai volsci, si sviluppò dopo l'occupazione da parte di Roma avvenuta nel 406 a.C. e dopo l'apertura della via Appia, venendo dotata di porto in età imperiale.

Occupata dai barbari e saccheggiata dai saraceni, Terracina fu oggetto di contese tra Stato della Chiesa e Napoli, passando nel 1420 sotto il primo.

Tra le vestigia storiche più interessanti, spiccano i resti del tempio di Giove Anxur, che risale al I secolo a.C., sulla sommità del monte Sant'Angelo;

La piazza del Municipio, che occupa parte del Foro romano;

Il Duomo che, dedicato a San Cesareo, risale al XII secolo ma i cui interni sono stati ristrutturati nel Settecento;

La neoclassica chiesa del Santissimo Salvatore;

I resti di numerosi impianti pubblici romani (terme e anfiteatro) 

e la porta Napoli (XVIII secolo), dogana tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli. 

L'economia di Terracina si basa prevalentemente sull'agricoltura (viti e ortaggi), sulla pesca e sul turismo balneare.

Contatore

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